Quel pianto tanto atteso di battesimi santi
e d'uccelli arresi ai rami, te lo regalo,
foss'anche per liberarlo al volo, te lo regalo,
per suggellarlo sulla spalla bianca dei ricordi
e perderlo stretto stretto tra le labbra.
M'avvedo candida e chiusa, come il primo bocciolo
d'inverno.
Perché vai di traverso ai miei baci?
Quali uccelli hai da liberare ch'io non lasci già liberi al
volo?
L'uccello e il cuore hanno la stessa durata, lo stesso
tragitto,
emigrano, ma tu hai la forza del viandante, in te tutto è
partenza e ritorno.
Tu sei l'inesistente. Io le ali.
Forse dovrei camminare in attesa di piedi
e d'occhi nuovi, di cuore, forse.
Il silenzio è un grande collo di diamanti
crocifigge i suoi aghi, uno ad uno, il suo filo
una ghigliottina. Poterlo sentire tacere.
Ma cosa ascolterai in quella tomba?
Il grembo nero della luna? I suoi occhi
sghembi e ignoti?
Non è salvezza alcun buco nero che s'apre in petto.
Ti squarcerai poco oltre i tuoi passi, ne morrai
avvizzita dai tuoi stessi spasmi muti.
Ti privi della gioia che si ripiega,fatta per nutrire
e colmare le ossa e il ventre.
C'è una struttura cosmica che non va toccata
che non va vista né udita.
Mi sembra che il sogno abbia suoni simili,
basterebbe forse non svegliarsi più.
Rimanere incolumi da cosa? Questa pelle
traspira aria tumida d'altre pelli.
Mi manca l'ossigeno eppure vivo
Vuoi allontanare ciò che Iddio ha unito
Voglio avvicinare ciò che io ho cercato
la morte
la vita
quale vita è mai un rigurgito d'altro
un parto felice e sano, pieno di dolore
hai un sangue nero che quasi sembri sparire con la notte
non chiedo altro
ritornerai?
Alessia D'Errigo
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