VAN GOGH: SOBBORGO DI PARIGI |
Non
riesco che a disprezzarti,
sobborgo
addormentato,
ammalato,
abbandonato
dall’ignavia
dei suoi abitanti,
dubitanti,
inquietanti,
che
ergono mura di siepi spinose,
astiose,
riottose,
per
sottrarsi agli sguardi curiosi,
insidiosi,
invidiosi,
dei
vicini troppo invadenti,
indisponenti,
maldicenti.
Mentre
io resto sola,
il
mio spirito vola
verso
le vette montane,
sempre
più lontane.
Non
riesce più a sognare,
si
limita ad osservare.
Sobborgo
carico d’ignoranza,
hai
distrutto ogni mia speranza.
Cara Rosella, anche per me è così.
RispondiEliminaNella periferia della mia piccola città.
E ci pesa questo clima ostile appiccicoso.
Meglio guardare oltre la finestra e sognare le colline.
Unsaluto affettuoso.
Graziella
Ciao Graziella. Chissà quanti altri si ritrovano in questi villaggi-dormitorio, dove non si ha neppure il piacere di poter fare una rilassante passeggiata. Mi dispiace che anche tu soffra di questa situazione. :(
RispondiEliminaGrazie per il commento :) Almeno noi ci scriviamo!
Rosella